Dorando Pietri di Giorgio
Oggi dopo questa bella Maratona come sempre vinta da degli Atleti africani
mi è venuto in mente un' altro eroe della mia vita di Atleta, il suo nome è scritto nella memoria dell'atletica mondiale a caratteri giganti ( grazie ad un episodio non molto piacevole ) Dorando Pietri il minuto uomo di Correggio.
Era un uomo piccolo di statura solo 159 cm. l'episodio di cui vi ho parlato prima è la mancata medaglia d'oro alla maratona Olimpica di londra del 1908, dove al traguardo giunse per primo ma completamente distrutto da una crisi fisica psicologica, la squalifica venne in seguito all'aiuto prestatogli dai giudici accorsi ad aiutarlo sorreggendolo negli ultimi 10 mt della gara vedendolo più volte barcollare.
Ma chi è Dorando Pietri?
Dorando Pietri era un Pasticcere con una grandissima passione per la bicicletta e per la corsa, i suoi primi allenamenti furono proprio le consegne di pane e pasticceria ai piedi.
Amava dedicarsi ai due sport nel dopo lavoro.
Un giorno senti che il grande Pericle Pagliani uno dei più forti podisti dell'epoca si trovava a Carpi per una gara importante Lui attirato dalla notizia,(da quello che raccontano le cronache dell'epoca) si mise a corrergli dietro con i vestiti da lavoro ancora addosso.
Mantenne il passo di Pagliani fino in fondo alla gara e dopo questo avvenimento iniziò ad allenarsi molto seriamente.
Qualche giorno dopo a Bologna a una gara sui 3000mt nazionale arrivò secondo.
Il 1905 fu un anno molto importante nella carriera di Dorando perchè oltre a gare vinte in Italia vinse anche diverse gare anche a livello internazionale coma la famosa 30 km di Parigi dove distacco di 6' il secondo classificato.
Nel 1906 Dorando partecipò alla Maratona di Atene ma dopo 24 km con un distacco di 5' dagli inseguitori fu costretto a ritirarsi in seguito a forti problemi intestinali.
Nel 1907 stabilì il primato Italiano nei 5000 mt con il tempo di 16' 27".
Nello stesso anno nella sua adorata Carpi stabilì il primato nazionale anche nella Maratona con il tempo di 2h38' che gli dette il diritto di far parte della squadra di atletica alle olimpiadi di Londra.
Siamo a Londra ultimo giorno delle Olimpiadi, una mattina molto calda ci sono circa 26°ci sono 56 atleti in gara sta per partire la gara per eccellenza la Maratona.
A dettare il ritmo saranno i maratoneti inglesi mentre il nostro Dorando si mantiene molto tranquillo e per metà gara lascia andare i primi senza preoccuparsene.
Arrivato alla seconda metà della gara inizia la sua grande rimonta fino ad arrivare a soli 4 minuti dal Primo il sudafricano Charles Hefferon.
Hefferon al 32° km entrerà in crisi e Dorando saputo questo aumenterà fino a raggiungerlo e a superlo al 39°km.
Anche il nostro Pietri entrerà in crisi negli ultimi 2 km inseguito a una forte disidratazione dovuta alla temperatura insolita di Londra e anche alla grande rimonta.
La crisi lo accompagnerà fino in fondo alla gara dove verrà prima sostenuto da due giudici e poi squalificato perdendo la medaglia d'oro.
I 75000 spettatori si alzarono tutti in piedi ad applaudire il Pasticcere di Correggio in segno di solidarietà e di ammirazione per l'impresa che si era svolta proprio davanti ai loro occhi., la stessa regina non d'accordo con il responso dei giudici in seguito gli regalerà una coppa d'oro.
Nessuno fece caso al vincitore che passò in secondo piano, e ancor oggi se si domanda chi ha vinto la gara di quella olimpiadi nessuno risponde ma se si domanda chi fu il protagonista di quella giornata a Londra tutti risponderanno Dorando Pietri.
Così scriveva Dorando Pietri sul Corriere della Sera il 30 luglio 1908.
Io non sono il vincitore della maratona. Invece, come dicono gli inglesi, io sono colui che ha vinto ed ha perso la vittoria"
Mentre Harold Abrahams, campione olimpico dei 100 metri nel 1924, immortalato nel film "Momenti di gloria" (Chariots of Fire) dichiarò:
"Tale è il potere di una buona "story" che per ogni mille persone che conoscono il nome di Dorando, forse nemmeno una sarà in grado di dire chi fu il vincitore ufficiale della Maratona di Londra"
In tutto il mondo, gli storici dello sport definiscono ancora oggi quella "non vittoria" come "l’episodio più celebre nella storia dei giochi moderni"
Per gli storici questa è una non vittoria, invece per Noi atleti è stato un esempio a non arrendersi mai nemmeno nelle peggiori condizioni e ci ha insegnato che uno può vincere anche perdendo- l'importante metterci il cuore fino all'ultimo metro.
Grazie ancora "piccolo Grande Uomo" di Correggio e buona corsa a tutti.
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